Edizione 2011

Borgata Sopalù, Comelico Superiore 26/28 agosto 2011
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Ho voluto titolare proprio “Sopalù” la mia opera», spiega Fabio Di Lizio, di Ortona, «e vi ho inserito i nomi degli otto abitanti di questo piccolo borgo in segno di riconoscenza per come ci hanno accolti. Ma anche per riaffermare che le Dolomiti vivono per le loro montagne, ma anche per i loro abitanti. Sulla mia tavola ho inserito un alfabeto segnico legato alla montagna, lan acrilico e toni anche mediterranei, come il giallo e l’arancio, aggiungendo inoltre incisioni, graffi e altri simboli evocativi. Coraggio, una sorta di Atlante ma molto più simpatico, più disinvolto che sorregge con la testa, come fosse un copricapo, questa magnifica montagna e dietro alla montagna l’arcobaleno, che richiama anche il logo della manifestazione.” www.artekaleidos.it/diluzio.html



"C'era una volta il mare" Opera creata dall'artista Aurelio Fort con una stratificazione di materiali come l'alluminio e il plexiglas. “Mi è venuta una forma (quasi ovvia metafora o stereotipo di una montagna) imponente, incombente, minacciosa. Ma anche- dice Fort - protettiva e seducente. Una montagna pagana, che non si staglia contro nessun cielo e che non ha bisogno di misticismi e di significati spirituali.”







«Io ho sviluppato la sensazione dell’ambientazione verticale, tipica di questi luoghi», spiega il pordenonese Stefamo Jus, «dove l’orizzonte in qualche modo si alza. E ho lavorato recuperando con naturalezza le mie tematiche del “condominio”, la rappresentazione di vite che hanno un’intimità propria, familiare, poi inserite in un contesto che diventa globale. Da qui alcuni aspetti della vita intima rivisitata da un punto di vista prospettico, ad esempio la tavola non sparecchiata, che richiama una presenza, una traccia che rimane di qualcosa che è stato, ma senza nostalgia. E che si incastra con forme più moderne, meccaniche, come le automobili. La montagna chiude in alto la composizione, in una specie di torre di situazioni che sono in parte umane, artificiali, naturali, e che si impilano una sull’altra. La tela apposta sulla tavola conferisce una sensazione materica ed offre la possibilità di inserire segni e graffi che offrano un carattere frammentato, tra visione contemporanea e memoria».